TRAMA. Pat Pemberton è una campionessa di golf oltre che una straordinaria atleta capace di eccellere in molte discipline. David, il suo gelosissimo fidanzato, è un professore di lettere che sembra non sappia trovare di meglio da fare che rinfacciarle la sua "inferiorità" intellettuale. Vorrebbe anche portarla all'altare ma il problema è che lei riesce a vincere solo quando non se lo ritrova fra i piedi. Decide così di chiedere aiuto al suo nuovo allenatore Mike Conovan, del quale finirà con l'innamorarsi.
Jane Hudson è una donna americana non più giovanissima che arriva a Venezia per una vacanza. La donna è entusiasta del paesaggio, tanto che filma tutto, anche l'arrivo in treno. Sul traghetto che porta dalla stazione alla città, incontra i signori Mcllhenny, americani anch'essi, che stanno girando l'Europa. Per combinazione, abiteranno tutti alla pensione Fiorini. Qui Jane si trova una stanza con terrazzino e una visione mozzafiato su Venezia e la laguna. Inizia così la vacanza, girando per la città e filmando tutto e tutti. Essendo sola, però, ogni tanto si trova malinconica e triste. Un giorno, seduta a un tavolino di piazza San Marco, si accorge di essere osservata da un uomo affascinante seduto poco distante e turbata si allontana in fretta. Poco dopo entra in un negozio di antiquariato per acquistare una coppa di vetro, ed il negoziante è lo stesso uomo. Sempre più turbata, si fa accompagnare da Mauro (un ragazzino che vive di espedienti) nei dintorni del negozio ed inavvertitamente, cade in acqua. Tornata alla pensione, viene raggiunta dall'antiquario che inizia a farle la corte. Affascinata, la donna cede alle lusinghe di Renato de Rossi e inizia a uscire con lui, continuando a frequentarlo anche quando scopre che lui è sposato ma separato. Infine, temendo il logorio del rapporto, parte per tornare in America, con questo stupendo ricordo di un amore estivoual'è la tua storia.
"Elegante e sciropposa love-story lagunare dell'elegante David Lean, che ricicla, sicuramente in peggio, il suo Breve incontro di dieci anni prima, risparmiandoci se non altro le vedute da cartolina e i temuti giri in gondola." (Massimo Bertarelli, "Il Giornale", 5 aprile 2004)
CANDIDATO ALL'OSCAR 1956 PER LA MIGLIOR REGIA (DAVID LEAN) E LA MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA (KATHARINE HEPBURN). - IL FILM E' STATO GIRATO A VENEZIA.- NEL 2003 PROIEZIONE SPECIALE DELLA COPIA RESTAURATA ALLA 60MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA.
DIALOGO INIZIALE SUL TRENO.
"Crede che Venezia potrebbe... non piacermi?”.
“Sono certo di sì ma... vede, non a tutti fa lo stesso effetto: alcuni la trovano troppo quieta, altri la trovano chiassosa... ed è molto chiassosa. Ma la maggioranza la trova molto bella”.
"Capisco, beh io mi schiererò con la maggioranza"
(dialogo d'apertura tra Jane e un passeggero sul treno per Venezia)
Due sono i punti di forza (e che forza!) di Tempo d'Estate: la regia magistrale di David Lean e l'interpretazione della sua protagonista Katharine Hepburn, qui nel ruolo della turista Jane Hudson.
David Lean (eccezionale regista due volte vincitore del Premio Oscar per Il ponte sul fiume Kwai e Lawrence d'Arabia, nonchè di film quali Breve Incontro, Grandi Speranze, il Dottor Zivago e Passaggio in India) ci accompagna in un meraviglioso viaggio a Venezia, riuscendo a valorizzare non solo la bellezza del luogo in modo non banale e non convenzionale, ma anche e soprattutto l'interiorità di Jane, e non tralascia di dare importanza anche agli altri personaggi di cornice. La cosa che a mio giudizio colpisce è la professionalità con cui si è affrontato un film turistico, che una volta tanto non si limita ad un polpettone di frasi fatte, luoghi comuni, spaghetti ovunque: anche un italiano può apprezzare il modo in cui l'occhio di Lean e la spontanea e genuina meraviglia della Hepburn valorizzano l'atmosfera di Venezia, esaltandone bellezza e autenticità. Al di sopra di semplice "valore" sono le scene malinconiche in Piazza San Marco e sulla balconata della pensione, nonchè la magnifica sequenza a Burano.
Katharine Hepburn, una delle migliori attrici di tutti i tempi, è particolarmente straordinaria nella creazione del suo personaggio: una donna non più giovane, non bella, sola o come dice lei "molto indipendente", estasiata dalla bellezza della Laguna ma consapevole della propria malinconia. Le scene dove constata l'amarezza del proprio personaggio, grazie alla sua intensità scalfiscono veramente il cuore: si veda soprattutto quando tenta di aggregarsi ad una gita in gondola dei coniugi Yaeger ma rendendosi conto di non essere ben accetta, spalanca le braccia con un grande sorriso e dice: "chiuso!" per poi sedersi sola e triste nella piazzetta della pensione. Katharine riesce magistralmente a coinvolgerci e farci provare la massima empatia per lei, sia nell'atteggiamento un po' scontroso che nei momenti di solitaria maliconia.
Preziosa la presenza di bravi attori italiani nel cast: Rossano Brazzi nel ruolo dell'amore italiano di Jane, Renato; grande Isa Miranda che interpreta la Signora Fiorini, proprietaria della pensione; e brevemente nel ruolo del facchino all'inizio del film l'apprezzato attore teatrale veneto Gino Cavalieri. Altrettanto belle le musiche di Cicognini, con omaggio anche a pezzi del Rossini.
Potrebbe parere ad un primo sguardo incurante un'ennesimo elogio commerciale dell'Italia, ma garantisco che se si supera questo pregiudizio, si apprezza sinceramente un ottimo sentimentale eccellentemente diretto ed interpretato (Miglior Regia e Miglior Attrice furono peraltro le meritatissime candidature agli Oscar che la pellicola ottenne nel 1956): dopotutto, esiste una persona che davanti a Venezia non abbia provato un'immensa meraviglia?
TRAMA. Kansas, anni venti. In una regione arsa dalla siccità vive una famiglia di agricoltori (padre, due figli e una figlia). Il padre e i due figli maschi sono preoccupati per le sorti del bestiame, ma ancor di più per il carattere scontroso e ribelle dell'altra figlia Lizzie, ormai non più giovane, che non ha ancora trovato marito. Nonostante sia stata inviata a trascorrere un periodo in città dagli zii, è tornata a casa senza un pretendente. Lo sceriffo File, rimasto vedovo da poco, è l'unico che potrebbe sposarla ma non si fa avanti per timore di vedersi rifiutato.
Nella fattoria arriva nottetempo Starbuck, una via di mezzo tra un ciarlatano e uno stregone, che promette la tanto sospirata pioggia in cambio di 100 dollari. Con la sua parlantina inesauribile e con i suoi strani marchingegni, il fantomatico mago della pioggia scatena una serie di eventi e fa emergere nei caratteri i pregi e i difetti, i rancori e i desideri dei familiari. Risveglia in Lizzie un po' di coraggio e un po' di femminilità facendole capire che è ancora una donna attraente, ed arriva persino a offrirsi per portare via la ragazza.
Alla fine lei troverà l'amore nell'eterno aspirante fidanzato sceriffo e il mago della pioggia se ne andrà solo sotto un diluvio.
1.Grande prova di tutto il cast, ma l'origine teatrale della pellicola ne inficia parzialmente l'intento poichè in vari punti del film il ritmo stenta. Peccato, perché lo spunto era veramente interessante e la straordinaria fotografia di Charles Lang meritavano una mano migliore in cabina di regia rispetto a Joseph Anthony; 2. Bello, diverso, allegro, divertente e con due assi grandissimi nella manica... certo, non è uno di quei film che magari ti ricordi per la vita, ma gli attori sono bravi, la storia è gradevole e i dialoghi sono divertenti..
TRAMA. Un'eroina sovietica atterra a Berlino Ovest e viene condotta a Londra da un pilota, del quale si innamora. Dopo qualche giorno viene sequestrata da una banda di connazionali e fatta salire su un aereo in rotta per Mosca nel quale prende posto anche il pilota. I due sono condannati a morte, ma un cambiamento ai vertici dello Stato li muta in eroi. Il loro matrimonio chiude la vicenda.
l mago della pioggia fu l'unico film girato dalla Hepburn per la Paramount Pictures. Scaduto nel 1952 il suo contratto a lungo termine con la MGM, l'attrice aveva scelto di rimanere indipendente per poter scegliere di volta in volta i copioni che riteneva più adatti a sé e trattare direttamente il compenso con i produttori. Il primo nome sul cartellone fu comunque appannaggio di Burt Lancaster, che non aveva saputo resistere alla proposta di un personaggio esuberante e vitale come quello di Starbuck, con il quale avrebbe potuto sfoggiare il suo virtuosismo. La sua interpretazione sopra le righe venne in effetti apprezzata dai critici e dal pubblico, ma fu il ruolo della zitella della Hepburn a colpire la Academy of Motion Picture Arts and Sciences e a far ottenere all'attrice la settima candidatura al Premio Oscar come migliore attrice protagonista. Una seconda candidatura all'Oscar andò a Alex North per la migliore colonna sonora. La pellicola fu diretta da Joseph Anthony, regista teatrale che aveva già diretto la versione andata in scena a Broadway due anni prima con Geraldine Page e Darren McDavin come protagonisti.
Nel 1963 venne allestita anche una versione musical, intitolata 110 in the shade.
TRAMA. La Hepburn è un'impiegata dell'ufficio informazioni, un pozzo di scienza dalla memoria sensazionale, una colonna dell'azienda fino al giorno in cui i capi non decidono di acquistare un cervellone elettronico. Per fortuna la ragazza avrà la meglio sulla macchina e riuscirà anche a sposare un burbero ingegnere (Tracy) che le insegnerà a manovrare il cervellone.
Un'ottima realizzazione cinematografica con eccellenti interpreti, dal lavoro teatrale di Tennessee Williams: una ragazza è rimasta sconvolta a tal punto dalla misteriosa morte del cugino da non ricordare più in quali tragiche circostanze sia avvenuta. Sua zia vorrebbe che lei dimenticasse per sempre e cerca di convincere un neurochirurgo a operarla di lobotomia. Ma il medico prende tempo e la ragazza ritrova la memoria: il cugino era stato ucciso perché omosessuale. Tre grandi Interpretazioni, quella di Motny che della Taylor e di Kate. Entrambe infatti furono candidate agli Oscar 1960. La regia del film e' di Mackiewicz al quale la Hepburn sputo' in facciaalla fine delle riprese per aver trattato malissimo Montgomery Clift durante tutta la lavorazione.
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